Si è tenuto giovedì, 28 ottobre, l’evento promosso dall’ISPI – l’istituto per gli studi di Politica internazionale -, riconosciuto tra i più prestigiosi think thank dedicati allo studio delle dinamiche internazionali, con l’obiettivo di discutere e riflettere sull’imminente appuntamento del G20 a Roma.
In qualità di future leader ISPI ho preso parte alla tavola rotonda guidata dal Vice Presidente e direttore dell’istituto Paolo Magri.
In sintesi, ecco il tema all’ordine del giorno.
Avevamo salutato l’arrivo di Biden come l’amico ritrovato, invece…
«Biden prenderà parte al G20 a mani vuote! Per questo importante appuntamento l’America avrebbe dovuto reperire circa 3 miliardi e mezzo di dollari, utili per la transizione ecologica, provando a ricucire lo strappo con i Paesi dell’Occidente ma, alla vigilia del grande appuntamento, si presenta con un piano poco credibile, lasciando aperti ancora troppi dubbi.
Putin e Xi Jinping saranno invece i grandi assenti.
I grandi inquinatori con in testa la Cina, leader mondiale delle emissioni di carbonio, snobbano il summit e il dubbio è che l’evento romano si trasformi in una battuta di arresto decisiva con l’Occidente con alcuni Paesi che migreranno in format alternativi.
L’unica certezza è che la transizione è ancora troppo lontana e poco chiara, con Stati che rischiano di allargare la spaccatura tra Occidente ed Oriente».