La sfida dei cambiamenti climatici

Per vincere la sfida dei cambiamenti climatici e provare a rispettare l’accordo di Parigi 2030, è necessario accelerare la transizione a sistemi di energia pulita e a modelli comportamentali sostenibili.

I fabbricati sono responsabili di circa il 40% delle emissioni di C02 in atmosfera ma l’industria dell’edilizia e delle costruzioni, nonostante i vari slogan promozionali “green”, è lontana dal raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Sono diversi i fattori che consentono di definire sostenibile un edificio:

  • gestione del cantiere
  • efficienza energetica
  • impatto della struttura sull’ambiente
  • utilizzo dell’acqua.

Adottare una gestione ecosostenibile dei siti di produzione, comporta costi molto elevati che le aziende meno strutturate non riescono a recuperare nemmeno in parte. Già in fase di allestimento del cantiere bisogna adottare politiche aziendali rivolte all’ambiente perché i cantieri possono essere tra le principali fonti di inquinamento se non gestiti in modo adeguato. I siti di produzione, hanno bisogno di essere organizzati in maniera sostenibile attraverso una gestione corretta dei rifiuti da cantiere, la pulizia periodica, il riutilizzo dell’acqua, la bonifica di amianto, lo stoccaggio e l’isolamento di rifiuti speciali.

Per rendere un edificio ad alta efficienza energetica è importante prevedere, in fase di progettazione, l’impiego di strategie passive come l’energia solare e l’acqua rigenerata, i materiali da costruzione naturali e riciclabili, cercando di azzerare il consumo da fonti di energia fossile e incremento il consumo da fonti di energia rinnovabile. Inoltre è fondamentale dotare gli edifici di un involucro idoneo a ridurre la dispersione termica, in modo da limitare il consumo energetico per il riscaldamento ed il raffrescamento delle singole unità immobiliari.

Le città continuano a crescere. L’eccessivo consumo di suolo, spesso riduce drasticamente la disponibilità di spazi verdi. Ma un approccio urbanistico sostenibile, prende in considerazione il contesto naturale in cui si colloca adottando la strategia della “forestazione urbana”.
Le piante, per natura, assorbono CO2 e purificano l’aria in cui viviamo da diverse sostanze inquinanti. Inoltre, la vegetazione è una barriera naturale al rumore e garantisce un corretto deflusso delle acque piovane sul terreno. Risulta perciò di fondamentale importanza dotare gli edifici di spazi verdi con essenze arboree adatte a garantire un elevato assorbimento di C02 dall’area.

Anche l’acqua necessita di una gestione sostenibile. Oggi, circa 5 miliardi di persone vivono in aree a rischio di carenza idrica mentre l’80% degli scarichi idrici mondiali viene rilasciato nell’ambiente senza adeguati impianti di trattamento e l’inquinamento idrico che ne deriva contribuisce alla carenza idrica.
Negli ultimi anni a causa dell’aumento della popolazione, la mancanza di precipitazioni e le leggi promulgate e non rispettate, circa un terzo delle più grandi falde acquifere del mondo si sta prosciugando. Per contribuire a proteggere questa preziosa risorsa i nuovi complessi immobiliari devono disporre di sistemi di drenaggio delle acque meteoriche in grado di ricaricare direttamente le falde acquifere e contrastare in modo sostenibile il prosciugamento delle stesse che sta avvenendo negli ultimi anni, anche a causa della cementificazione del suolo.